I MERAVIGLIOSI FLAUTI BAROCCHI DEL VISCONTI
domenica 7 aprile 2013
ESCLUSIVA : SAFFO
SAFFO, TRAMONTATA E' LA LUNA :
Tramontata è la luna
e le Pleiadi a mezzo della notte ;
anche giovinezza già dilegua ,
e ora nel mio letto resto sola.
Scuote l'anima mia Eros,
come vento sul monte
che irrompe entro le querce;
e scioglie le membra e le agita,
dolce amara indomabile belva.
Ma a me non ape, non miele;
e soffro e desidero.
La poesia di Saffo indaga il problema amaro della giovinezza che fugge. L’immagine è di grande efficacia, la notte è al suo termine (tramontata è la luna), come l’età della passione e dell’amore. La solitudine coincide con la vita della vita stessa. Sebbene brevissima la lirica è divisibile in due parti: nella prima si parla del tramonto della luna e delle stelle; nella seconda si parla dello svanire della giovinezza e della solitudine. Quell’anche” fa da collegamento fra le due parti.
TEMATICA:
Naturalmente è una poesia sull'amore...
desiderio amore non piu' appagato.
La poetessa fa un parallelismo tra il tramonto della luna nel cielo, e il tramonto dlela propria giovinezza. Come il cielo resta senza la luna, lei resta sola nel suo letto senza più nessuno che la ami, sebbene il dio dell'amore le faccia agitare dentro, come una belva, il feroce desiderio di essere ancora amata. Perché purtroppo l'amore va vissuto nella stagione della giovinezza: nella vecchiaia tutto finisce. Non c'è più miele (cioè bellezza, fascino...) in lei che attiri gli altri come i fiori attirano le api: nessun'ape si posa più su di lei, e resta sola a consumarsi con il suo desiderio d'amore.
Figure
Eros - personificazione
Come vento sul monte - similitudine
dolce amara - ossimoro
indomabile belva - metafora
soffro e desidero - ossimoro
Tramontata è la luna
e le Pleiadi a mezzo della notte ;
anche giovinezza già dilegua ,
e ora nel mio letto resto sola.
Scuote l'anima mia Eros,
come vento sul monte
che irrompe entro le querce;
e scioglie le membra e le agita,
dolce amara indomabile belva.
Ma a me non ape, non miele;
e soffro e desidero.
La poesia di Saffo indaga il problema amaro della giovinezza che fugge. L’immagine è di grande efficacia, la notte è al suo termine (tramontata è la luna), come l’età della passione e dell’amore. La solitudine coincide con la vita della vita stessa. Sebbene brevissima la lirica è divisibile in due parti: nella prima si parla del tramonto della luna e delle stelle; nella seconda si parla dello svanire della giovinezza e della solitudine. Quell’anche” fa da collegamento fra le due parti.
TEMATICA:
Naturalmente è una poesia sull'amore...
desiderio amore non piu' appagato.
La poetessa fa un parallelismo tra il tramonto della luna nel cielo, e il tramonto dlela propria giovinezza. Come il cielo resta senza la luna, lei resta sola nel suo letto senza più nessuno che la ami, sebbene il dio dell'amore le faccia agitare dentro, come una belva, il feroce desiderio di essere ancora amata. Perché purtroppo l'amore va vissuto nella stagione della giovinezza: nella vecchiaia tutto finisce. Non c'è più miele (cioè bellezza, fascino...) in lei che attiri gli altri come i fiori attirano le api: nessun'ape si posa più su di lei, e resta sola a consumarsi con il suo desiderio d'amore.
Figure
Eros - personificazione
Come vento sul monte - similitudine
dolce amara - ossimoro
indomabile belva - metafora
soffro e desidero - ossimoro
domenica 24 marzo 2013
IL MEDIOEVO VII : FRANCESCO LANDINI
Fu un celebre compositore e poeta dell’Ars Nova fiorentina. Nacque a Fiesole intorno al 1330 e fu soprannominato in diversi modi: Magister Franciscus Caecvus, Cecco dei ciechi o ancora il Cieco degli organi. Suo padre, Jacopo del Casentino era un pittore, e il giovinetto fu introdotto alla pittura prima di dedicarsi completamente alla musica. Sembra suonasse magistralmente l’organo, ma anche il liuto, la chitarra e il flauto. Sulla sua pietra tombale, in San Lorenzo a Firenze il compositore è rappresentato con il suo piccolo organo. Aveva qualità di eccellente improvvisatore e di organista che gli valsero una corona di lauro ricevuta dal re di Cipro a Venezia. Interessante osservare che nella giuria che dono la corona di lauro vi era Francesco Pettarca. Esercitò la sua attività di organista nella chiesa di San Lorenzo a Firenze e nel 1375, ottennne anche un incarico a San giovanni. Morì a Firenze il 2 settembre 1397. Tanto era amato che anche Dante lo citò nella divina commedia. Landino fu al tempo stesso musicista e poeta. E’ autore di 154 opere a due e a tre voci dove cura con meticolosa perizia la declamazione e l’ornamentazione del testo poetico comprerndente numerosi melismi. I suoi Madrigali sono composti nel modo del mottetto francese. Inoltre è il creratore della Ballata italiana che ha concepito a due e a tre voci invece di una sola. E’ da notare che nei brani a tre voci la parte superiore è quella cantata mentre nelle inferiori richiede una traduzione strumentale. Appare come il miglior rappresentante dell’Ars Nova italiana e come il principale rappresentante dello stile fiorentino del Trecento.
IL MEDIOEVO VII : I TROVIERI
IL MEDIOEVO, I TROVIERI: Gautier de Coincy Gautier de Coincy nasce appunto a Coinci, villaggio tra Soissons e
Chateau-Thierry. Nel 1193 diventa monaco di Saint-Meinard de Soissons e
nel 1214 è nominato priore di Vic-sur-Aisne fino a diventare, nel 1233
priore di Soissons dove muore nel 1236. E’ certamente uno dei più grandi
poeti e Trovieri francesi, autore ci Chansons e Rappresentazione di
Miracoli, come il famoso “Les miracles de Nostre Dame” da cui il
presente brano è tratto. Nel corso di dieci anni, invia i suoi
manoscritti all’amico Robert de Dives, priore di Saint-Blaise de Noyon,
che li faceva ricopiare e miniare. Muore lasciando una opera di 30.000
versi.
I suoi importanti lavori sono:
• Les Miracles de Nostre Dame (I miracoli di Notre-Dame)
• Le Miracle de Théophile, ou comment Théophile vint à la pénitence (Il
miracolo di Theophilo, o come Theophilo arriva alla penitenza)
• Les Chansons à la Vierge (Canzoni alla Vergine)
• La Vie de sainte Cristine (La Vita di santa Cristina)
I Trovieri sono dei poeti e compositori che provengono dalla nobiltà o
dalla borghesia della Francia in lingua d’oil (loro precursori, i
Trovatori, provenivano invece esclusivamente dalla nobiltà)
sabato 23 marzo 2013
IL MEDIOEVO VI : TROVATORI II
Questa canzone a ballo è stata composta da un Trovatore del medioevo. Il testo, in “langue d’oc, racconta che “a l’entrada del temps clar” (Quando arriva il sole di primavera) la regina invita alla danza i giovani affinchè si rinnovi la gioia e quanto forte sia in lei il sentimento amoroso. Ma il Re teme che gli si porti via la sua “regina d’aprile” e quindi vuole impedire la danza. La gioiosa regina….
VIDEO :
IL MEDIOEVO V : I TROVATORI
Kalenda Maya è una delle più famose canzoni a danza medievali. Fu celebre per tutto il medioevo, l’autore è Raimbaut de Vaqueiras, il cantore provenzale per eccellenza (1150-1207). Il poeta sembra avesse appena sentito una Istampita (genere di danza) suonata da un estroverso giullare e questa melodia, questo ritmo, la vitalità che zampillava lo portò a comporre questo canto esuberante di Primavera.
IL MEDIOEVO IV : I MENESTRELLI E GIULLARI II
La
musica strumentale nel Medioevo si limita quasi esclusivamente alla
trascrizione di opere vocali esistenti, come ad esempio i mottetti e le
Chansons. I giullari invece suonano sui loro strumenti danze come:
l’Estampie (Istampita) o la Danza reale. Accade che due danze, l’una in
ritmo binario e l’altra in ritmo ternario sia legate in successione.
Questa abitudine darà origine ad una forma importantissima che nel
periodo barocco verrà chiamata “Suite”.
Tra gli strumenti esiste un
organo di piccole dimensioni (per utilizzarlo in casa) come anche esiste
una versione “portativa” che poteva essere trasportata in occasione di
processioni. La piccola arpa e la viella, il liuto e la lyra, il flauto
dolce (flauto a becco), il flauto traverso in legno, lop chalumeau
(precursore dell’odierno oboe e del basso), la cornamusa ed il cornetto,
la tromba. Oppure strumenti a percussione come: Il triangolo, i
cimbali, il tamburino.
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